martedì 26 giugno 2007

The Lights of Grey Haylos WIP004

Oggi posto un brano che ho scritto per delineare meglio il personaggio di Costante Lavigna, si tratta di una specie di memoria, spero vi piaccia. Forse non tutto quello che dice potrà avere un senso compiuto, ma il significato generale penso sia chiaro:


C’è stato un tempo in cui fuggivo la realtà. La realtà, o quello che credevo fosse la realtà. Ho avuto una buona istruzione che mi ha permesso di conoscere cose che ritengo non abbastanza persone conoscano. Ho letto molti libri, il patrimonio di altri uomini, di tutti i tempi. Tutto ciò mi ha dato una grande stima per il genere umano. Io amo gli uomini così come essi traspaiono dai libri, anche nella loro più assurda crudeltà la speranza rimane a mio parere, anche quando lo stesso autore è convinto di rinnegarla. Da questo ho tratto forza per tutta la mia vita. Ma anche questa forza nel tempo ha assunto valori diversi. Da giovane non riuscivo a ritrovarla nella realtà: il mondo fatto di persone che mi circondava sembrava terribilmente senza speranza. No, non ho vissuto in qualche strano luogo del nostro mondo devastato da chissà quale guerra. Ho visto anche quello, non fraintendetemi, ma sono cresciuto in una famiglia più che benestante. Intorno a me la gente sembrava felice, ma io non riuscivo veramente a vederla come tale. Forse questa mia sensazione era dovuta ad un eccesso di idealizzazione, perché dopo qualche anno pian piano incominciai a vedere piccole scintille di luce qua e la, che cercavano con forza di emergere, ma che spesso venivano travolte dall’ombra. Fu una grande gioia per me ritrovare quelle luci tanto familiari in un mondo così colorato in superficie ma marcio al suo interno. Questo mi diede ancora più forza per proseguire sulla mia strada. Volevo aiutare queste luci, fare in modo che raggiungessero a loro volta una dimensione tale da permettere loro di autoalimentarsi e sopravvivere nel mondo. Questa missione mi ha donato le più grandi gioie e soddisfazioni ma anche le ferite più profonde. Quante ne ho perse di quelle luci! Da un mondo grigio, che sai essere grigio, non ti fai ferire, ma per aiutare dal profondo qualcosa di buono devi aprire la tua anima, ed è in quel momento che puoi anche morire.

Un giorno incontrai una piccola luce molto forte, un ragazzino che era venuto alla biblioteca in cerca di libri su draghi e potenti eroi. Sono sempre favorevole allo sviluppo della fantasia dei bambini. Se posso cerco di svilupparla fino al limite, in modo che possa accompagnare l’individuo il più possibile anche nella vita adulta. Il bambino disse di chiamarsi Toni e che era venuto fino alla biblioteca centrale perché a scuola non sapevano dargli molte notizie su draghi ed eroi, ma gli avevano detto che poteva provare in una biblioteca. Aveva fatto qualche tentativo nelle piccole biblioteche vicino a casa ma non gli sembravano troppo competenti, per lo più gli ripetevano cose che già aveva sentito a scuola. Decisi di non deludere le sue aspettative e passai diverso tempo alla ricerca dei volumi più adatti. Da quel giorno Toni venne spesso a trovarmi anche per discutere con me alcune notizie che reperiva nei libri che gli consigliavo. Non era l’unico bambino che veniva alla biblioteca, ma col tempo notai che era particolare. Il resto dei bambini crescendo o smette di venire per dedicarsi a passatempi più mondani o adegua le proprie letture ad argomenti diversi. Toni invece era fissato con i draghi, gli eroi e le avventure anche quando ormai era diventato abbastanza grandicello. Pur cercando di non comprimere la sua smisurata fantasia, cercai di proporgli altre letture. Ebbi qualche risultato giusto con qualche storia d’amore, ma perdeva naturalmente interesse per qualsiasi racconto che presentasse, oltre un certo limite, contenuti politici. Mi incuriosiva vedere fino a che punto sarebbe arrivata la sua ostinazione. Non nego che rivedevo in lui qualcosa di me stesso, forse la stessa fase di rifiuto della realtà, anche se in qualche modo la sua astrazione da essa stava raggiungendo livelli di guardia.

Sentivo di doverlo aiutare a compiere il passo successivo: ritrovare nella realtà gli stessi stimoli che vedeva solo nei libri. E’ un processo delicato. In parte era auspicabile che trovasse da solo la via, ma come dicevo la situazione stava raggiungendo livelli preoccupanti, c’era il rischio che arrivasse a vivere solamente nella sua testa. Ritenni di dover intervenire, almeno un poco, per guidarlo nella giusta direzione, stando ben attento che la mia intrusione non facesse scoppiare come una bolla di sapone il suo potenziale. L’occasione si presentò quando Toni, ritenendo di aver letto tutti i libri che gli interessavano e faticando a trovarne di nuovi, decise di scriverne uno per proprio conto. All’inizio cercava di basarsi su quello che aveva letto, ma il risultato non lo entusiasmava, quindi venne da me in cerca di consiglio. Fu allora che lo convinsi a cercare nella realtà l’ispirazione per le sue storie fantastiche. In un primo momento sembrava perplesso all’idea di trovare draghi o eroi fuori dai libri, ma credo che adesso incominci a capire il meccanismo. Penso che il passo sia stato fatto, ora l’ ho messo a contatto con la realtà in modo che possa affrontarla e trarre al contempo forza da essa. Quando il processo sarà al culmine, potrò parlargli di Grey Haylos.

Aggiungo infine un nuovo studio del personaggio, stavolta un po' più definito


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